Dolcenera // Buone nuove
martedì, dicembre 29, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Approfitto di questi minuti liberi per aggiornare un po' il blogghino sulla situazione a casa. Situazione che è molto positiva, direi, in quanto i pavimenti e gran parte dei muri e dei mobili sono stati ripuliti dal fango. C'è ancora molto molto casino, e molte molte cose sono andate perdute, e la pioggia di certo non aiuta, ma siamo tutti stranamente più sollevati. La caldaia è stata recuperata, e questi sono tanti punti. Oggi dovrebbe essere il turno delle pentole e della mobilia, su cui riaffiora il fango anche dopo averla pulita. Io invece sarò impegnato nel cercare di recuperare gli lp di papà e mamma, ma temo sarà un'impresa impossibile. Nel frattempo, ho trasferito parte delle mie cose in una stanza al piano di sopra, a casa dei miei nonni. Se tutto va bene, già da domani dovremmo essere pronti per tornare a dormire là.
Sempre che i vigili ci facciano passare, perché con gran disappunto di papà (e quando dico "gran disappunto" intendo una reazione grottesca come quella fatta al giornalista de La Repubblica, non so se l'avete visto...) oggi sono saltati fuori con l'accesso chiuso persino ai residenti.
Dolcenera // Foto scattate la sera del 27 Dicembre 2009
lunedì, dicembre 28, 2009 | Author: Ale [Tredici]

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Albero di Natale

 
Pattume

 
Pattume (particolare). I miei fumetti

 
 Sul muro la linea dove si è fermato il fango

 
La cucina. Quasi quasi è meglio ora
rispetto a quando mamma si mette a fare la pizza.


Anta del mio armadio,
finita il giorno prima dell'esondazione
(non mi riesce ruotare l'immagine...)


Anta del mio armadio (particolare).
Una delle citazioni sul basso.
(anche qui non mi riesce ruotare la foto)


Anta del mio armadio (particolare).
Una delle citazioni in alto

Dolcenera // Papà su Repubblica.it
lunedì, dicembre 28, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Grazie alla segnalazione di Miriam, sono riuscito a trovare il video dell'intervista fatta a mio padre da un giornalista. Credevamo che fosse di NoiTV, e invece era di Repubblica.it. Vi lascio qui il link. Prima di lui ci sono dei compaesani. Nei video collegati si vedono anche i miei vari vicini di casa. Forza ragazzi!

 http://tv.repubblica.it/copertina/lucca-natale-nel-fango/40716?video
Dolcenera // Voi
lunedì, dicembre 28, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Mi sono reso conto che in questi giorni devo essere apparso un po' antipatico ed egoriferito. O meglio: più antipatico ed egoriferito di quello che sono solitamente. Nel senso: tutti questi resoconti e aggiornamenti, tutta questa retorica... E' vero. Penso che non mi rileggerò mai in ciò che ho scritto perché mi farei ribrezzo da solo. Forse però sono stato frainteso. Certo, analizzandomi razionalmente devo ammettere che una ricerca di attenzioni c'è stata e non si può negare un desiderio di sfogarsi. Ma senza presunzione e senza arrogarmi dell'obiettività che non mi spetta, posso dire che lo scopo primario di tutto questo esibire sentimenti e fatti era un altro: informare. Forse in una maniera un po' strana o sopra le righe, ma il fatto era che tutti gli amici mi chiedevano giustamente notizie, ed è stato impossibile per me rispondere a tutti in maniera dettagliata (per farvi un esempio, casa dei miei zii è diventata un centralino, con mia cugina che filtra le telefonate). Ecco il motivo di tutto questo.
Ad ogni modo, visto che in questo momento mi sto antipatico, vorrei dedicare questo post a voi.

Grazie a voi, che c'eravate. E avete sudato e faticato. E avete spalato, spazzato, strofinato, tagliato, spaccato, lucidato, portato, pulito, idropulito, raccolto, staccato, riposto, ordinato, preparato, consolato, sciacquato, levato, sperato. Grazie per il lavoro e per l'energia, ma grazie soprattutto perché è bello non sentirsi soli.


Grazie a voi, che non c'eravate. E che so, lo sento, che avreste voluto esserci. Purtroppo essere in troppi è controproducente, poiché ci si ostacola a vicenda (ma il lavoro è ancora lontano dall'essere terminato... ce n'è per tutti!). Grazie, perché è bello, bellissimo non sentirsi soli.


Grazie a voi, che non potete esserci. Perché magari abitate lontano, o perché magari avete otto anni, o ottanta, o perché lavorate, o avete problemi ancora più grossi. Ma lo stesso vi fate sentire, e chiamate, e date il vostro appoggio anche solo morale, ma comunque apprezzato enormemente, perché è straordinario non sentirsi soli.


E grazie a voi, che mi date fiducia, e che non mi giudicate da queste righe, e che riuscite a capire che dietro questo goffo e stupido oltraggio alla retorica, c'è solo qualcuno che davvero non sa come esprimere la propria gratitudine ai suoi amici e parenti.


Dolcenera // Mal di schiena
sabato, dicembre 26, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Ho aperto l'armadio e ho iniziato a togliere ciò che non si era ancora bagnato. Mi sentivo come se avessi dovuto vestire un cadavere per la camera ardente, anche se per fortuna non ho mai dovuto farlo (e non voglio mancare di rispetto a chi ha dovuto preparare un proprio caro, ci mancherebbe). Beh, le tute le aveva già tolte mi madre e buttate via. Non indosso una tuta in pubblico da anni, ma mi è dispiaciuto ugualmente sapere che non occuperanno più un loro spazio, anche se quello spazio probabilmente sarebbe stato utile averlo per riporre qualcos'altro. I jeans - con mia grande gioia - si sono salvati, anche quelli nuovi. Pensavo che si sarebbero infangati alle estremità, invece le gruccette erano appese sufficientemente in alto. La mia collezione di fumetti era illeggibile e completamente bagnata. Perfino Kylion, quella cazzo di serie dimenticata dal mondo, di cui ero uno dei pochi sfigati che aveva comprato tutti e tredici i numeri. E anni e anni di abbonamento a Topolino, ordinati per numero e inscatolati in contenitori appositi. Mi è dispiaciuto perfino per le Magic, che adesso non uso più, okay, ma erano mie! E vabbè, quel che è successo in camera mia non è niente in confronto ai danni alla casa. 

Indi per cui oggi ho raggiunto mamma, papà, i nonni, lo zio Gianni e Massimo che hanno iniziato a lavorare alla casa. Sì, perché come vi avevo già detto nel post precedente, l'acqua per le strade è stata pompata via, ne abbiamo ancora un cinque-dieci centimetri in giardino ma in casa è rimasto praticamente solo fango. Che va pulito, possibilmente prima che secchi. E infatti oggi abbiamo portato qualche mobile fuori casa, abbiamo scrostato la terra, abbiamo messo dei faretti al piano di sotto (perché non possiamo accendere la luce in quanto sarebbe pericoloso con tutta l'acqua a giro), e soprattutto abbiamo tirato via acqua fangosa.

In effetti, abbiamo lavorato tanto ma mi pare che i risultati ci siano. Per la melma all'esterno della casa, dice papà che dovremo aspettare che le fogne si svuotino e quell'acqua lì se la prenderanno loro. Per l'interno, io penso che se lavoriamo così qualche altro giorno, in poco tempo il pavimento torna libero dal fango. Poi andrà disinfettato, e la stessa operazione di pulizia andrà eseguita anche sui mobili e sugli oggetti recuperabili (ma penso che un tentativo lo faremo anche sulle cose che probabilmente sono da buttare).

Mi fermo qua. Non posso evitare di ringraziare tutti. 


P.S. Non credete alle favole che vi raccontano il Sindaco e il Presidente della Provincia. Nessuno di noi è stato avvertito dalle persone competenti. Sì, c'era la protezione civile al ponte, ma di tutti loro nessuno dava una risposta precisa, e nessuno che abbia avuto l'impensabile idea di suonare i campanelli per avvertire del pericolo. Perché, detto sinceramente, fa un attimino incazzare sentire Favilla che dice che "chi non è stato avvertito, è perché era addormentato". Lei cosa fa alle cinque di notte, signor Favilla? Alle cinque di notte cosa fanno le persone? Ho sempre pensato che alle cinque di notte le persone abbiano la strana abitudine di dormire. Forse hanno anche la strana presunzione di pensare che in caso di allarme vengano avvertite da chi di dovere.

Dolcenera // Chiudere la stalla quando i buoi sono scappati...
sabato, dicembre 26, 2009 | Author: Ale [Tredici]
...è inutile. 

Torno appena adesso da Via della Chiesa. Non sono potuto entrare in casa perché non avevo gli stivali, ma sono riuscito ad arrivare fino all'inizio della strada. L'acqua è calata lì, anche se in casa mi hanno detto che ce n'è ancora, anche se meno di ieri. Speriamo continui così anche domani, così possiamo iniziare a lavorarci.


Delle macchine stavano mettendo dei blocchi di cemento dove l'argine è franato. Beh, una scelta intelligente, se si pensa che quell'argine era fatto di sola terra. Perché era fatto di sola terra? Comunque, è andata così: 
 1) degli alberi si accumulano in un punto del fiume e fanno da blocco
2) la corrente viene deviata dal blocco e pigia sull'argine
3) l'argine si rompe



Il turismo del dolore è cominciato. Gli agenti della polizia fanno entrare solo i residenti, ma si sono dimenticati di chiudere altri ingressi alla zona, così le strade sono piene di inutili imbecilli, e scusate il francesismo. Non che possa servire a qualcosa, ma chiedo a chi mi sta leggendo di non prendere questa cosa come un fenomeno d'intrattenimento. Questa è spettacolarizzazione della sofferenza, ed è ignobile. Se siete curiosi, resistete per favore. Rispettate la tragedia, non abbiatene fame. 


Grazie ancora a tutti, non ce la faccio neanche a rispondere a ognuno, ma cerco di farlo. Vi voglio bene.

Dolcenera // Aggiornamenti, riflessioni, delusioni e speranze
venerdì, dicembre 25, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Nonostante stanotte abbia dormito quattro ore, non riesco a prendere sonno, così metto qualche aggiornamento sul blog.

Papà, mamma e nonna ci hanno raggiunti dagli zii, così adesso siamo tutti insieme. La nostra era una delle poche case di Via della Chiesa rimasta senza luce e telefono, sicché i miei hanno preferito venir via. Non biasimo chi tra i miei compaesani ha deciso di restare: è difficile abbandonare la propria casa, quando la vedi sommersa dalla melma. Le forze dell'ordine dicono che vigileranno per evitare il fenomeno dello sciacallaggio. Speriamo. 

Ci sono degli interrogativi le cui risposte non trovano una collocazione appropriata. Perché nessun competente in materia (protezione civile) ci ha avvertito? Perché noi siamo stati avvisati dalla chiamata di una vicina di casa (e fortuna che mi madre aveva per caso lasciato il cellulare acceso) e non da qualcuno che avrebbe dovuto avvisare? Perché le notizie non sono state precise? Perché i membri della protezione civile si limitavano a osservare il fiume in piena senza lavorare? Perché le voci ai megafoni sono partite dieci minuti dopo le sei (e non mi venite a dire che quello era un avviso)? 

E' abbastanza sconcertante. Ho una casa sommersa dal fango e avrei potuto salvare molta più roba. E' sconcertante, e deprimente, e non ho nemmeno la forza di arrabbiarmi.


I volontari sono stati gentilissimi. Si sono presi le lamentele e gli sfoghi al posto di chi se li meritava, e hanno portato acqua e cibo, e hanno aiutato le persone a raggiungere l'asciutto. La solidarietà è un punto forte del nostro Bel Paese, come però lo è la strana mancanza di responsabili quando qualcuno ha delle colpe. 


Mi spiace per tante cose. E' strano, non credevo di essere così attaccato alle cose materiali. Mi spiace per il mio paio di jeans nuovi, che spero si siano salvati. Mi spiace per la mia scrivania. Mi spiace per l'armadio, che avevo finito solo ieri di riempire di citazioni (chi legge questo blog sa di cosa sto parlando). Mi spiace per Kingdom Hearts II che non era nemmeno mio e probabilmente è sepolto nella melma (Vezio, nel caso non si sia salvato te lo ricompro eh!). Mi spiace per il mio letto perché era il più comodo di tutti, e per la libreria che avevamo rifatto da poco, e per il divano nuovo. Poi mi spiace per le foto: da piccolo ero ancora guardabile, e l'armadio che conteneva tutti gli album è sicuramente andato. Non sto neanche a parlare dei vestiti, del tappeto, delle piante, dei mobili, del giardino, dell'orto, e degli stessi muri. 


Grazie a tutti, perché sento che ci siete e che ci siete veramente.





Dolcenera // Freddo resoconto della notte di Natale
venerdì, dicembre 25, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Ale le chiavi della macchina ce le hai te?
Io... io non lo so.

Mi sono svegliato così, stamani. Senza gli auguri di buon Natale. Mi sono svegliato che erano le 5:53. Mio padre non riusciva a trovare le chiavi dell'auto. Probabilmente era solo il panico che le nascondeva ai suoi occhi, perché erano nel solito posto. Mia madre urla a me e a mia sorella di vestirci e portare i vestiti al piano di sopra, mentre loro vanno a portare le macchine alla farmacia.

A quanto pare, il fiume è in piena. 


Sbuffo. Non ci credo, non ci credo più a questo tipo di allarme. Abito proprio sotto l'argine del fiume, e la situazione mi sembra decisamente familiare: urli per strada, i curiosi sul ponte, mamma in preda al panico. Inoltre, tutto è intorpidito dal brusco risveglio solo dopo quattro ore di sonno. E poi è Natale! Non può straripare il fiume a Natale, abbiamo organizzato il pranzo, devono venire i parenti, c'è lo scambio dei regali. Questi, in sostanza, sono i motivi per cui non ho creduto alla preoccupazione di mia madre che iniziava a svuotarmi l'armadio.

Molto placidamente ho iniziato a mettere in ordine la scrivania, spostando tutte le cose in alto. Metto i libri e gli appunti in cartella, il regalo di Chiara, il copione della Ballata del Gran Macabro, il libretto degli esami, Alice nel Paese delle Meraviglie, il nuovo lettore mp3, il cellulare, gli album di Mika e dei Baustelle. Il libro di Architettura degli Elaboratori lo metto in uno scaffale in alto. Tolgo il computer e lo porto su dai miei nonni. E mentre facevo tutto questo, io non ci credevo. Non solo mi rifiutavo di credere a mamma, ma anche ai megafoni della protezione civile, e alle sirene, e agli urli della gente, e alle luci delle case del vicinato, stranamente accese anche a notte fonda.


E intanto mi chiedevo che cosa fosse quello strano rumore. Poi ho capito. Acqua. Era lo scrosciare dell'acqua. E' sorprendente come un solo momento basti per rivalutare completamente la situazione. Un istante, e la nuova consapevolezza ha il tempo non solo d'insinuarsi, ma di mettere radici nel corpo e di farti provare vero e proprio terrore.


Portiamo su la televisione, due materassi, dei vestiti. Quel che ci riesce prima dell'ordine dei pompieri di raggiungere i piani superiori. Dal terrazzo, io, mia sorella, mamma, papà e nonna, sentiamo il rumore dell'acqua farsi sempre più forte. Non mi scorderò mai del momento esatto in cui l'acqua è entrata in giardino. Forte, veloce, acqua, dolcenera. Più che altro, era marrone, densa di fango. Non mi ricordo chi non ha pianto. Mi ricordo di un gatto. Invisibile, nel buio della notte. Ma non ho mai sentito un animale gridare più forte.


Aspettiamo, non possiamo fare altro. Rimaniamo inermi e osserviamo tutto quel liquido marrone che ci inonda il giardino e poi la casa. Va via la luce, non funziona più il telefono. Fortunatamente arriva il mattino, e torniamo a vedere qualcosa. Papà va giù a vedere se si può salvare ancora qualcosa. L'acqua arriva solo fino al polpaccio. Nonno era andato a portare la macchina al ponte e non è ancora tornato. Papà mi passa le giacche, i jeans, le sedie, il microonde, la televisione di cucina, l'enciclopedia, i libri di Harry Potter. Riesce a prendere anche le lasagne che sarebbero state servite al pranzo di Natale. Ma quando l'acqua ha iniziato ad arrivargli alla vita, non ha potuto far altro che tornare su. 


I pompieri ci dicono che la situazione sembra essere migliorata, poi che il peggio doveva ancora arrivare. E infatti vediamo il livello dell'acqua alzarsi, sommergere interamente il nostro giardino. Le porte del garage non reggono, ed escono tutte le cianfrusaglie che erano là dentro. La palla gonfiabile di mio cugino, il tappeto della ginnastica di mia nonna, secchi e bidoni. Un odore orribile proviene dal piano di sotto. Spengiamo i cellulari per non consumare le batterie. Lavatrice, lavastoviglie, caldaia, letti, mobili, divano: tutto da rifare.



Mi rendo conto di non riuscire a fare un resoconto migliore. Mi sento freddo. In questo momento, non so se riesco a far capire ciò che stavo provando qualche ora fa. La protezione civile ha portato me e mia sorella dove l'acqua non era ancora arrivata. Il gommone non poteva entrare in giardino, così abbiamo dovuto andarci a piedi. La melma era freddissima e ci arrivava alla vita. Raggiunto il gommone, ci hanno portati all'argine dove abbiamo trovato mio nonno, e i miei zii che ci hanno portato a casa loro.


Mio zio mi ha offerto il suo pc per farmi svagare un po', così posso raccontarvi l'accaduto. In questo momento, mia sorella sta dormendo. Mio nonno è alla finestra a tormentarsi. Il cellulare è pieno dei vostri auguri e delle vostre mani tese. Grazie.  


Sentiti, più o meno
venerdì, dicembre 25, 2009 | Author: Ale [Tredici]





Parlavi alla luna giocavi coi fiori
avevi l'età che non porta dolori
e il vento era un mago, la rugiada una dea,
nel bosco incantato di ogni tua idea
nel bosco incantato di ogni tua idea.

E venne l'inverno che uccide il colore
e un babbo Natale che parlava d'amore
e d'oro e d'argento splendevano i doni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni.

Coprì le tue spalle d'argento e di lana
di pelle e smeraldi intrecciò una collana
e mentre incantata lo stavi a guardare
dai piedi ai capelli ti volle baciare
dai piedi ai capelli ti volle baciare.

E adesso che gli altri ti chiamano dea
l'incanto è svanito da ogni tua idea
ma ancora alla luna vorresti narrare
la storia d'un fiore appassito a Natale
la storia d'un fiore appassito a Natale. 



[ La leggenda di Natale - Fabrizio De André ]






Tanti auguri a tutti quelli che credono in qualcosa, non importa cosa. E tanti auguri anche a quelli che non credono in niente, non importa perché. 


Il fabbricante di sogni
mercoledì, dicembre 23, 2009 | Author: Ale [Tredici]
(di Marco non-so-il-cognome)


Ogni volta che passi,
ogni volta che parli,
ogni volta che pensi,
dissimulo sospiri
nati all`ombra bislacca
di un baluginio di stelle
così lontane,
così vicine,
metafora spenta
di un`eternità scomposta.
Chi sei tu, Fabbricante di Sogni?
Cos`hai tu da darmi?
Io
voglio un mantello
ubriaco di speranza
per coprirmi le spalle.
Voglio una maschera nuova,
creta da modellare.
Voglio baciare la neve,
lasciare le mie impronte,
scherzare con un fiocco sul mio naso.
Voglio accarezzare una foglia d`edera
e da lei cogliere la grinta
per scalare il muro,
con dolcezza,
ma con decisione.
Voglio...
...voglio?
Devo.
Puoi?





Bianco. Come la neve e la schiuma da barba
venerdì, dicembre 18, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Non per fare il solito antipatico-cinico-acido, ma io tutta 'sta felicità nel vedere la neve non la provo. Anzi, a dir la verità questo tempo mi fa anche parecchio incazzare. Per vari motivi: il primo è che stasera avevo la cena di addio (si fa per dire) con gli amicinformatici, e non posso andare a Pisa perchè c'è il rischio che mi si ghiaccino le strade. Il secondo motivo è che uno aspetta per diciannove anni l'occasione per festeggiare un bianco Natale - di quelli che si vedono nei film americani, davanti ai quali i toscani non possono far altro che sbavare e rassegnarsi al fatto che il clima che hanno non potrà mai regalar loro i tanto agognati fiocchi - e questo arriva proprio quando il significato del Natale non ha più un'impronta rilevante nel suo pensiero. Per cui, scusate se non assecondo né imito il vostro magnificare la neve, ma proprio non me la sento.

In compenso, oggi ho imparato una cosa nuova. Cioè: farmi la barba con la manovra di Vannucci. Suona bene? "Manovra di Vannucci" Vorrei poter scrivere che Vannucci è un noto teorico dell'arte barbiera (non esiste l'arte barbiera, lo so...), ma in realtà per adesso è semplicemente un ragazzo che mi ha illuminato sull'utilizzo del rasoio elettrico. Ho scoperto che: 1) ci si ferisce di meno col rasoio elettrico, anche se qualche taglio me lo sono fatto lo stesso, a causa della mia pelle delicatissima sensibilissima purissima levissima; 2) all'inizio fa male - sembra che ti strappi i peli - ma poi è divertente! 3) risparmio almeno otto-dieci minuti di tempo. Tutto ciò implica che d'ora in poi userò il rasoio elettrico molto più frequentemente.

Comunque, quando mi mettevo la schiuma da barba sul viso, è entrata in bagno mia sorella: "Ale come st...?" Mi voleva chiedere un consiglio sul suo abbigliamento. Mia sorella mi chiede sempre consigli di moda, come se io me ne intendessi. Beh, io solitamente faccio finta di sapere di cosa sto parlando, e gli rifilo qualche commento da vero esperto in fatto di fashion. Tuttavia, stasera non penso di essere stato molto credibile, perché quando le ho detto che la passata viola le si intonava con la camicia, lei è andata via borbottando che sembravo Babbo Natale.

Ho iniziato a parlare di neve e ho finito con la schiuma da barba. Vedete la coerenza? Tutte e due sono cose bianche! Per mantenere un filo conduttore, potrei iniziare il prossimo post parlando del mio compitino di Architettura.


Lettera a Radio Maria
mercoledì, dicembre 16, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Vi incollo qui una lettera trovata su Facebook (sì, ogni tanto c'è anche della roba simpatica!). Non sono dell'umore per fare un'introduzione stilisticamente più elaborata di questa, per cui non mi dilungherò oltre.


***


Tempo fa un NOTO RELIGIOSO, dalle onde radio di Radio Maria, ha risposto ad un ascoltatore che l'OMOSESSUALITA' E' UN ABOMINIO, perchè a dirlo è la BIBBIA (Levitico, 18,22).
Un ABOMINIO CHE NON PUO' ESSERE TOLLERATO IN NESSUN CASO.
Dieci giorni fa quello stesso ascoltatore ha scritto questa lettera al NOTO RELIGIOSO...

Lettera del 16 maggio 2009

Caro sacerdote, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore.
Ho imparato davvero molto dal suo programma, e ho cercato di condividere tale conoscenza con più persone possibile.
Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio.
Fine della discussione.
Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle.

- Vorrei vendere mia figlia come schiava, come prevede Esodo 21:7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?

- Quando do fuoco ad un toro sull’altare sacrificale, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Levitico 1.9). Il problema è con i miei vicini. Quei blasfemi sostengono che l’ odore non è piacevole per loro. Devo forse percuoterli?

- So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni (Levitico 15:19-24). Il problema è: come faccio a chiederle se ce le ha oppure no? Molte donne s’offendono.

- Levitico 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?

- Un mio vicino insiste per lavorare di sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?


- Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è un abominio (Levitico 11:10), lo è meno dell’omosessualità. Non sono d’accordo. Può illuminarci sulla questione?


- Levitico 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all’ altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso occhiali per leggere… La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c’è qualche scappatoia alla questione?


- Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Levitico 19:27). In che modo devono esser messi a morte?


- In Levitico 11:6-8 viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti?


- Mio zio possiede una fattoria. E’ andato contro Levitico 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. È proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Levitico 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?


So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondermi a queste semplici domande.
Nell’occasione, la ringrazio ancora per ricordare a tutti noi che i comandamenti sono eterni e immutabili.

Sempre suo ammiratore devoto.

My first shooting star
lunedì, dicembre 14, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Promemoria, un anno dopo
venerdì, dicembre 11, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Chi legge questo blog sa che - essendo io abbastanza riservato - non ci scrivo i resoconti delle mie giornate, sempre che non capiti qualcosa di particolarmente esilarante o interessante o che non sia solo lo spunto per qualche altra riflessione. Però stavolta scriverò qualcosa che non è né esilarante, né interessante (quantomeno per voi). Dunque: lo scorso Febbraio avevo pubblicato qui un Promemoria, che in realtà mi ero prefissato qualche mese prima. Più o meno è un anno che una mia cara amica mi aveva fatto il suo "appunto". Quell'amica oggi pomeriggio mi ha chiamato esclusivamente per dirmi che è molto felice che io abbia rispettato l'impegno con successo. E questo ha reso più luminosa una giornata (che altrimenti sarebbe stata dedicata a bit di controllo, linguaggi funzionali e protocollo di El Gamal). Ecco. Come vedete non è niente di interessante o esilarante o divertente. Ma tempo fa registravo una sconfitta. E mi sembrava giusto - un anno dopo - segnalare anche il successo corrispondente.




525,600 minutes,
525,000 moments so dear.
525,600 minutes - how do you measure, measure a year?

In daylights, in sunsets,
in midnights, in cups of coffee.
In inches, in miles,
in laughter, in strife.

In 525,600 minutes - how do you measure a year in the life?
How about love? How about love? How about love?
Measure in love. Seasons of love.

525,600 minutes!
525,000 journeys to plan.
525,600 minutes - how can you measure the life of a woman or man?

In truths that she learned,
or in times that he cried.
In bridges he burned,
or the way that she died.

It’s time now to sing out, tho the story never ends let's celebrate remember a year in the life of friends.
Remember the love! Remember the love! Remember the love!
Measure in love. Seasons of love! Seasons of love


[ Metto le mani avanti:
ipotizzo che questa canzone
sarà pubblicata spesso :) ]

Estratti di cantautorato italiano
martedì, dicembre 08, 2009 | Author: Ale [Tredici]













Venerdì al cinema
sabato, dicembre 05, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Prima di tutto, un giuramento: prometto solennemente che dopo aver scritto questo post andrò a fare qualcosa di costruttivo per il mio percorso accademico. Studiare, per esempio. Ma fatemi sprecare ancora qualche minuto di questo angosciante sabato pomeriggio.

Sono tre settimane che il Venerdì sera lo passo al cinema. Quindi ho pensato che poteva essere carino buttare giù due righe sui film che ho visto. Metto le mani avanti e dico che non si tratterà di un vero e proprio elenco di recensioni, innanzitutto perché non ne sono in grado, e poi perché il mio senso critico cinematografico ha bisogno di essere affinato ancora un po' prima di potermi permettere giudizi da vero intellettuale (ai quali ambisco segretamente).

Il primo film di cui vi parlerò racconta una storia. E sarebbe da fermarsi qui a dare un parere. Perché è il genere di film che più apprezzo, quello che racconta una storia. Riesco a tollerare la moralina solo nei film d'animazione, perché i bimbi - i maggiori fruitori dei cartoni animati - hanno ancora il diritto di sognare. Ma è tanto bello quando un film si propone l'unico scopo di farti interessare a una trama. Ed ancora più bello è quando ci riesce. E Gli abbracci spezzati di Pedro Almodovar ci riesce. Un'altalena tra presente e passato, un intreccio ben sviluppato. Penelope Cruz che si conferma una delle mie attrici preferite. Un po' lunghino per i miei standard. Giudizio: coinvolgente.

Andare a vedere 2012 mi attirava quanto una crostata di barbabietole. Con tutto il rispetto per le barbabietole. Però quando me l'hanno proposto ho pensato che in effetti avevo bisogno di un po' di squisita superficialità e ho detto di sì. Sono uscito dal cinema convinto che un video di Britney Spears sarebbe stato più consistente. Con tutto il rispetto per i dottori di Britney Spears. Un film banale, scontato, prevedibile, mal sviluppato, lunghissimo. E soprattutto inverosimile. Quando guardo un film o leggo un libro o assisto a uno spettacolo teatrale, io faccio un patto con lo sceneggiatore e gli dico: "Ok, se mi dici che il mondo sta per finire a causa dei neutrini del Sole, io ti credo, anche se è impossibile. Ti credo, a condizione che tu mi crei una storia verosimile". Ecco, 2012 non è una storia verosimile. In realtà, 2012 non ha per niente una storia. Gli effetti speciali, ovviamente, sono straordinari, ma è chiaro - per fortuna - che non può bastare la tecnologia per fare un film. La parte più simpatica (con tutto il rispetto per il concetto di simpatia) è quando il premier italiano in preghiera viene schiacciato dalla cupola di San Pietro. Un'altra scena inverosimile: lui non sarebbe mai rimasto a pregare. Giudizio: drammaturgicamente inconsistente.

Aspettavo da circa un anno il film che sono andato a vedere ieri sera. Dopo aver letto Il ritratto di Dorian Gray, che è in assoluto il mio libro preferito, ero curioso di vedere come sarebbero riusciti a farne una trasposizione cinematografica. Confesso di essere partito prevenuto. In fondo è difficile che un film eguagli la bellezza di un libro. Ma non pensavo che ne sarei rimasto così schifato. Dorian Gray non ha niente a che vedere con il romanzo decadente di Oscar Wilde. E' l'esempio perfetto di come si possa rigirare a proprio piacimento un'idea. Ogni fotogramma è accompagnato dal sottotesto non-eccedere-fai-il-bravo-bimbo-lui-è-cattivo-non-imitarlo che è esattamente il contrario di quella che è l'essenza del libro. Se non ci fosse il cinismo (peraltro palesemente ripreso dall'autore originale), di questo film non rimarrebbe altro che un'atmosfera cupa (necessaria per vendersi a un target di idioti) e un'ammucchiata di effetti speciali usati per il solo motivo che esistono. Giudizio: irrispettoso.

Ammazza oh! Ho un talento naturale per distruggere i film! Sinceramente stupito. E ora... a studiare!

Quando viene Dicembre
martedì, dicembre 01, 2009 | Author: Ale [Tredici]







Quando viene Dicembre la città diventa piena di luci e io le odio. Quando viene Dicembre risorgono i morti. Quando viene Dicembre si deve essere buoni e per me è una cazzata dover essere buoni per forza. Quando viene Dicembre è bello perché mi piace pensare ai regali da fare (e anche a quelli da ricevere!). Quando viene Dicembre c'è il compleanno di mia sorella. Quando viene Dicembre viene anche l'anno nuovo e non si sa come mai tutti lo vogliono festeggiare. Quando viene Dicembre non è più Novembre. Quando viene Dicembre io mi innamoro. Quando viene Dicembre sono nervoso e maledico tutti e sfogo la mia rabbia su chi non la meriterebbe. Quando viene Dicembre non lo so gli altri anni cosa provavo, ma quest'anno mi sento diverso. E diverso è meglio che nulla.
Castelli in aria
lunedì, novembre 30, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Dopo la recente battuta del nostro Presidente del Consiglio sugli autori della Piovra (che trovate nella grande biblioteca Silvio's idiocy, nella sezione Mafia, tra le voci "corruzione" e "Mangano"), pensavo che non avrei udito altre uscite felici come questa per almeno un bel po'. Invece stamani, per inaugurare una settimana che si preannuncia splendida sotto molti punti di vista, Roberto Castelli ha voluto donarci una delle sue perle.

Udite udite, Castelli proporrà di mettere la croce cristiana sul tricolore.

Certo. Da uno il cui partito ha minacciato più volte di scendere in piazza con "forche e fucili", la prima cosa che ti aspetti è una proposta di tolleranza e accoglienza e pace e bene come il messaggio che si ricava dal crocifisso. Ma no, non voglio parlare di crocifissi, ne ho veramente piene le scatole. A mensa rigetto il pranzo quando i seguaci di Comunione e Liberazione mi danno il volantino "Una presenza irriducibile". Niente dibattiti teologici o politici o giuridici, qui. Solo cazzate.

E infatti mi chiedevo appunto una cosa completamente inutile, ma che al tempo stesso mi incuriosisce molto. Ossia: dove lo mettiamo il crocifisso sulla bandiera? Perché è una bella domanda. Al centro, nel pezzo bianco? O sul verde? Beh, sicuramente non sul rosso, è un chiaro riferimento al catto-comunismo (termine di cui ignoro il significato, ma è sempre sulle labbra del premier per cui ipotizzo esista). E poi: di che dimensioni lo facciamo? Piccolino nel mezzo, come uno sputacchio? O bello grande, da riempire tutto il rettangolo? Che poi, ora che ci penso, potremmo metterne tre! Uno per ogni colore. Perché limitarsi a un crocifisso solo, poi... Un bel presepino in un angolo calzerebbe a pennello.

Oppure ho un'altra idea, Castelli. Te la butto lì, prendila in considerazione. Facciamo un unico crocifisso, bello grande, che mettiamo per lungo ad attraversare tutta la bandiera. Adagiato sui tre colori. Sì, beh, sembrerà un po' una bara, ma almeno avrà anche un significato: la morte dello stato laico.

Ieri non ho studiato...
domenica, novembre 29, 2009 | Author: Ale [Tredici]
...ma in compenso mi sono comprato un paio di fantastici jeans! Beh, in effetti non è la stessa cosa, infatti subito dopo mi sentivo in colpa. Per cui ho deciso che non li indosserò finché non avrò fatto qualcosa di costruttivo.
E la maniera peggiore per fare qualcosa di costruttivo è proprio scrivere sul blog come sto facendo ora, ma tanto non avrei tempo di fare niente prima di pranzo. Se si esclude rifare il letto, mettere in ordine la scrivania, sistemare il comodino, organizzare lo studio di oggi, stampare gli esercizi, rispondere alle mail, finire un raccontino, aiutare ad apparecchiare, e ovviamente cominciare a fare qualche esercizio.
D'altra parte, nell'era di facebook è considerato perfettamente normale e salutare il perdere tempo. Attimi che si bruciano nel controllare i profili degli amici, cosa hanno fatto il sabato sera, il loro stato personale e di chi sono fan. Per cui, trovo questo post sulla stessa lunghezza d'onda della massa che perde tempo. Ergo: mi sento stranamente normale.
Ma per fortuna è pronto in tavola, così posso tornare alle mie cose. Buon appetito!


P.S. Lo scopo iniziale di questo post era quello di evidenziare la differenza tra il perdere tempo volutamente, cosa che ritengo condivisibile, e il non accorgersi di perdere tempo, che al contrario detesto con tutto me. Potete ringraziare il pranzo che vi ha evitato tutto questo!

Famiglia
martedì, novembre 24, 2009 | Author: Ale [Tredici]


Il pullman e l'aeroplano
venerdì, novembre 20, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Colonna sonora consigliata per la lettura: L'aeroplano dei Baustelle






Salgo sul pullman, che stranamente non ha fatto ritardo. Anzi, è arrivato puntuale. Mentre mi stupisco tra me e me (ma sento che anche gli altri che lo attendevano manifestano una meraviglia comune a chi è abituato al pessimo servizio della Vaibus) raggiungo il mio posto. Lo chiamo il mio posto perché è dall'inizio dell'anno accademico che lo prenoto. E' in fondo al pullman e mi piace perché so che non c'è nessun'altro dietro di me a guardarmi, sicché posso addormentarmi anche a bocca aperta (non faccio tanta attenzione al bon ton, quando sono distrutto da nove ore di università).
E proprio quando mi siedo, il lettore mp3 mi regala una canzone.


Che cosa resta di noi che scopiamo nel parcheggio
Cosa resta di noi: un rottame di Volksvagen
Il ricordo, si sa, trasfigura la realtà
La verità se ne sta sulle stelle più lontane
Ci rimane una città, un lavoro sempre uguale
Una canzone che fa sottofondo all’Indecifrabile.



No, non è vero. Nemmeno il mio lettore è tanto romantico da far partire la mia canzone preferita nel momento in cui ne ho bisogno. Sarebbe una coincidenza così grande da far pensare all'intervento divino. O peggio: a quello del destino. Sfortunatamente, non ci credo. Ma, fortunatamente, credo a sufficienza in me da sapere che se ho bisogno della mia musica, posso metterla. Da me, con le mie dita. E appunto, quello che ho fatto realmente è stato prendere il lettore e selezionare la canzone che volevo.


Cosa rimane di noi, ragazzini e ragazzine
La domenica dentro le chiese
ad ascoltare la parola di Dio.
Il futuro era una nave tutta d’oro
che noi pregavamo ci portasse via lontano
Cosa rimane di noi
Ora che ci siamo amati ed odiati e traditi
E non c’è più limite



E dirò di più. Alzo anche il volume per non sentire il rumore del pullman, e per non sentire i discorsi stupidi di chi alle sei e mezzo ha ancora forza per farli. No, dai, niente cinismo: lo faccio soprattutto per il rumore del pullman. No, dai, niente cazzate: lo faccio per i discorsi stupidi. Poi inizio a farli io, i pensieri stupidi, e cioè: è più conveniente che la settimana inizi dal Lunedì oppure dovremmo spostare l'inizio a un altro giorno? No, perché è molto leopardiano avere il Lunedì come primo giorno. C'è l'attesa del weekend che ci regalerà un po' di meritato riposo (o immeritato, a seconda se siamo persone serie o scansafatiche. Non vorrei scendere nel luogo comune per cui il riposo è sempre meritato. C'è chi non se lo merita, il riposo. Diciamolo!)


Sfreccia in cielo un aeroplano
Io ti amo e non ti penso mai
Penso a quello che ci resta
Vola l’aeroplano, Va lontano
Vola su Baghdad
Noi voliamo invano



Però è così limitativo pensare di vivere la settimana in attesa del weekend. Come facciamo a godere del Martedì - che è uno dei giorni più amorfi tra i sette - se già di Martedì non vediamo l'ora che sia Domenica? Che poi bisogna ammettere che la Domenica non è che sia poi così emozionante. Forse perché c'è la Messa, che ci affloscia. Personalmente ho smesso di andarci, ma io ho smesso anche di domandarmi se Dio esiste o no, quindi io non conto. Dicevo che forse un weekend a metà settimana sarebbe più efficiente. Anche se a quel punto diventerebbe un weekmiddle.


Che cosa resta degli anni passati ad adorarti
Cosa resta di me
delle bocche che ho baciato in discoteca
Che cosa ne è della nostra relazione
Stupidi noi che piangiamo disperati
Che cosa resta dei sogni che avevamo nella testa
La nostra esperienza a che cosa servirà



Sbuffo. Non propriamente. Più propriamente: mi incazzo. Cristo, ho sprecato l'ultimo minuto con pensieri dal dubbio divertimento, scordandomi che la mia canzone preferita stava cercando di stuzzicare la mia attenzione. E la cosa mi turba. No, ho di nuovo sbagliato termine. "Mi fa incazzare", volevo dire. Comunque, premo sulla freccia a sinistra e la canzone riparto. Chiudo gli occhi, stavolta più deciso. E funziona, come funziona sempre. Non mi servono metanfetamine per sognare. Ci riesco benissimo con gli arrangiamenti psichedelici di una canzone d'amore come questa. Una delle più belle canzoni d'amore che abbia mai sentito. Amore corrotto, decadente, struggente, malato, malato, MALATO. Amore che non si trova nelle commedie e nei Baci Perugina, ma se hai fortuna lo puoi vedere negli angoli polverosi dell'universo, o nei punti più bui e freddi delle grotte, o tra le rocce delle scogliere di notte, o nelle tane dei serpenti in inverno,... E proprio perché è così difficile da scovare e così emarginato da tutti è così prezioso.


Sfreccia in cielo un aeroplano
Io ti amo e non ti penso mai
Penso a quello che ci resta
Vola l’aeroplano, Va lontano
Vola su Baghdad
Noi voliamo invano



Quando mi faccio di musica sono soddisfatto. A volte, altre mi sento un drogato. Ora, qui in fondo al pullman, mi sento soddisfatto. Ecco, ecco. Svalvolo. Ho le visioni. Succede sempre quando chiudo gli occhi. A volte - sempre più spesso - anche se li ho aperti vanno. Vedo unascatoladipennarelliunpaiodijeansunpaiodilabbradueocchinerigrandiocchinerietante
finestrellecolorateilmiomaterassoquellosucuituttelesereholemiefasirempoilampadetantepersonetracuiunaconlacartellarossa
unoaltocongliocchialiunoconungiacchettoarancioneunaconlescarpedipaperinounaconlaborsadiungufounaconlapelledi
cioccolataduebimbibiondichegiocanoconlaplaystationunocheridequandoglidicidinonridereunacheamascriveresuldiariouna
chesatutteledomandedelmilionarioedovrebbeandarciunachehaunamagliarosadicuisivergognanonostantenondovrebbeuna
chehaunpescefuggitoalondraeanchealtrefaccechesaltanoeballano. Cazzo, wow, wow! Forse è un po' ridicolo messo così, ma vi assicuro che se invece di pensare a quanto sia ridicolo provaste anche voi... sentireste qualcosa. Io ve lo consiglio, poi sta a voi decidere. Se aspettare il destino o no.


Qui disco volante...
venerdì, novembre 20, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Poiché oggi è un giorno particolare per qualcuno, e poiché proprio qualche giorno fa ho scoperto questa canzone il cui testo contiene il nome di questo qualcuno, e poiché tale canzone è meravigliosa, dedico il post di oggi a chi oggi compie gli anni. Auguri Laura!

P.S. Sono anche riuscito a impostare la tastiera italiana dai pc dell'università. Forse c'è ancora speranza affinché io diventi un informatico. E soprattutto, adesso posso finalmente mettere gli accenti dove devono andare!


Hai capito i teletubbies...
martedì, novembre 17, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Credo sia meglio non spiegare come sono arrivato a parlare dei teletubbies. Ne va della dignità di troppe persone, tra cui un rispettabile professore dell'Università di Pisa. Vi basti sapere che a mensa, quando gli studenti di informatica hanno bisogno di evadere da matrici-variabili-interpreteiterativo-errorialgoritmici, ogni argomento è buono. Dalle maglie (troppo) blu ai teletubbies.

Dunque, cercherò di dare a questo post un tono quasi scientifico, o quantomeno serio. Cerchiamo di dimenticare che stiamo parlando di una trasmissione televisiva per bambini. Già, per chi non li conoscesse, i teletubbies sarebbero dei pupazzetti colorati che ammorbano le giornate di tanti poveri pargoletti (notare la specifica terminologia scientifica delle parole "ammorbano" e "pargoletti").





Anche chi non li ha mai visti dovrebbe facilmente intuire da questa foto che non si tratta di esseri spaventosi o pericolosi. Sono semplicemente organismi dalla forma pseudo-umanoide (se non fosse per quelle orribili antenne che danno loro un'aria così strampalata). Chi ha sentito la loro voce non potrebbe mai pensare a qualcosa di offensivo o spaventoso.

Ebbene: le app
arenze ingannano.

Non sto scherzando. Wikipedia non scherza, mai. E alla voce teletubbies si fanno un mucchio di sensazionali scoperte (che personalmente non avrei mai fatto, perché non sono solito impiegare il mio tempo con queste ricerche, ma per fortuna uno studente di quelli di cui ho parlato sopra si è dato da fare e la prima cosa che mi ha detto stamani è stata questa).

I teletubbies sono ENORMI! Il costume di Tinky Winky è di tre metri, quello di Po è due metri e mezzo. E' sconvolgente! Ma pensandoci bene, come avrebbero fatto delle persone a entrare in quei costumi? E la soluzione ha qualcosa di geniale. Un attore è troppo piccolo per fare la parte di un pupazzino alto quanto un bambino? Beh, facile: rendiamo gigante tutto il resto, e l'attore in confronto sembrerà piccolo!
Ed è ciò che hanno fatto. La casetta è alta cinque metri, l'aspirapolvere può contenere un uomo che la guidi, e - udite udite - i conigli appartengono a una specie particolare (la fiamminga) e possono pesare fino a 15 kg.

Un attacco di teletubbies sarebbe decisamente più pericoloso di uno di tirannosauri. Forse Spielberg deciderà di girare "Teletubbilandia - il Paradiso Perduto", non so. Dovrebbero inventarci qualcosa. Già mi immagino quanti film catastrofici ci verrebbero bene (la Statua della Libertà rasa al suolo da Po in monopattino; il corso del Nilo deviato dal cilindro di Dipsy; il Colosseo degradato alla funzione di contenitore della palla di LaaLaa), o anche musical ("the Twinky Winky Picture Show"), oppure horror ("Shining - il terribile bimbo sole"), e perché no?, Dan Brown potrebbe farne una delle sue solite caga... ehm... bestseller ("Il codice dei teletubbies").

Vorrei concludere riportando un paragrafo di Wikipedia. Non c'è bisogno che lo commenti, perché già da sé è molto molto spassoso:

Nel maggio 2007, la parlamentare polacca Ewa Sowinska, deputata del partito cattolico conservatore Lega delle Famiglie Polacche e responsabile dell'Agenzia Nazionale per la Protezione dei Bambini, accusava la serie tv di contenere segnali a favore dell'omosessualità: «Si tratta di una specie di cartone simpatico e innocuo. Non mi ero però accorta che il protagonista Tinky Winky, porta con sé sempre una borsetta rossa pur essendo un maschio. All'inizio pensai che la borsetta potesse essere una caratteristica di questo personaggio, dopo ho capito che poteva avere un messaggio omosessuale nascosto. Rischia di mandare un messaggio sbagliato ai bambini». Con queste motivazioni la Sowinska voleva affidare a un'equipe di psicologi infantili un'inchiesta sui quattro personaggi della serie televisiva della Bbc. Successivamente la stessa Sowinska ha leggermente calato i toni facendo comunque continuare la valutazione se sospendere la programmazione dei Teletubbies.[1]

La parlamentare polacca non è stata l'unica a tacciare di omosessualità Tinky Winky, di fatto nel 1999 il reverendo Falwell, della Liberty University a Lynchburg in Virginia, famoso per posizioni più che estremiste, ha fatto notare in un articolo che il personaggio "è viola, come il colore simbolo dell'orgoglio gay, e che la sua antenna è a triangolo proprio come il simbolo dell'orgoglio gay" ("he is purple - the gay pride color; and his antenna is shaped like a triangle - the gay-pride symbol").


Beh, vorrei rassicurare Tinky Winky: non preoccuparti. Se arriva uno squadrone di omofobi ti basterà muovere un braccio per metterli tutti ko. Sei alto tre metri, santo cielo!

Pensieri tra il venerdì e il sabato
sabato, novembre 07, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Penso che ogni persona abbia cose per cui star male. E che a ognuno sembri che le cose che turbano gli altri siano inezie in confronto alle proprie. Ognuno ha diverse priorità e ambizioni e desideri e agisce di conseguenza, e tutti dovremmo rispettare le priorità e le ambizioni e i desideri di tutti. Penso che... però, che rabbia!

Penso che non me ne importi niente se in un'aula c'è il crocifisso o no. Penso che se chiedi a un qualsiasi studente di una qualsiasi scuola italiana di disegnare un'aula, il crocifisso sarà l'ultima cosa che mette (sempre che non lo dimentichi, cosa altamente probabile). Penso che il crocifisso sia un demoniaco strumento di distrazione di massa, che distoglie l'attenzione da cose più gravi. Uno specchietto per le allodole. Penso che gli italiani siano bravi a fare le allodole, ma sono ancora più bravi a fare gli ipocriti.

Penso che il cus cus sia davvero squisito.

Penso di essere un tantino fuori posto. La dimensione che mi appartiene è diversa. Non peggiore, non migliore: semplicemente diversa. Una dimensione per diversi. Penso che se mai troverò il buco che porta al Paese delle Meraviglie, mi premurerò di portare alcune persone con me. Per quanto questo mondo non sia il mio, ci sono alcuni dei suoi abitanti a cui voglio ancora troppo bene perché io possa lasciarlo senza rammarico.

Penso di avere un palloncino in gola. Pieno d'acqua.

Penso che il mondo sia fondamentalmente maschilista. Penso che il mondo sia fondamentalmente vecchio. Se le donne e i giovani avessero più spazio, il mondo godrebbe di una sana e pura libertà. E quando parlo di "libertà" io intendo quella vera, non quella che ti pubblicizzano accanto ai nomi dei partiti, sporcandone il significato e offendendone la concezione.

Penso che serva coraggio. Per tutto, in tutto. Sapere che ne uscirai con le ossa rotte e buttarti lo stesso richiede coraggio. Anche avere coraggio richiede coraggio, perché non hai nessuna soddisfazione dall'aver avuto coraggio, anzi, probabilmente dopo ti senti peggio di prima. C'è un'unica cosa a cui potersi aggrappare: la consapevolezza di aver fatto comunque la scelta giusta. Perché la paura non lo è mai.

Penso che non pubblicherò questo post. O forse sì.

Penso che pensare faccia male. A me. Se però il mondo iniziasse a farlo, staremmo tutti molto meglio.

// Muoio. Ho fame, amore mio //
giovedì, novembre 05, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Evviva il freddo che ti screpola le labbra, i capelli unti, gli anni che passano,
le vostre vite perfette, i film di serie B e la musica commerciale, i cani abbandonati,
gli omologati, le gabbie della società e le catene della mente, evviva la Chiesa,
evviva l'Italia, evviva il lunedì e le bugie e quando ti devi svegliare,
le tastiere inglesi senza lettere accentate, chi non ti risponde ai messaggi,
la convergenza del metodo delle tangenti, evviva i pullman di Lucca e i loro autisti e i loro ritardi,
evviva la kappa, evviva gli ombrelli rotti,
e la pioggia sugli ombrelli rotti, i calli sotto i piedi, il sangue sul dorso delle mani,
il gelo che ti fa stringere le dita, e quando ti dimentichi a casa i cracker,
evviva chi crede di essere originale, evviva che bisogna per forza divertirsi e per forza stare bene
e per forza fare e fare e fare, evviva i sogni distrutti, e i trucioli della gomma nelle unghie, e
chi ti chiede come stai e l'insalata rossa che non so mai come si chiama, evviva gli occhiali
e la barba che cresce di mercoledì, evviva la paura e la cecità
e il grafico della sinusoide, e i telegiornali, e chi ha un unico pensiero in testa, e il pensiero
in testa stesso, evviva le penne che sbaffano, e crescere, e i computer dell'aula I,
e i numeri dispari, e la mia città e il mondo,
ed evviva tutte queste cose, ed evviva voi, perché mi fate ridere.


Bei vecchi tempi, hard times
mercoledì, ottobre 28, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Nuoto nel no sense. Che sarebbe la mia dimensione. La mia realtà non risponde alla precisione alla logica ai limiti io sono un pazzo vivo su una mela, anzi vivosunamela. Ora, mettiamo che sia vera la tua bocca (e si dà il caso che stia concependo una possibilità davvero molto remota, quelle labbra non. possono. essere. reali). Mettiamo che sia vera, però. Ebbene mi chiedo se tu non abbia pensato di usarla poiché io sinceramente non vorrei che andasse sprecata, don't you? E svio l'attenzione dalla sostanza sporcando le parole con inutile formalismo; e il perché non lo so: in fondo questo cervello è il mio; e intanto, mi auguro una dolce notte.




Citazioni cercasi
lunedì, ottobre 19, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Sono le dieci e venti e non ho tempo di fare nulla se voglio andare a dormire ad un'ora decente. E sarebbe il caso di farlo. Ieri sera, dopo secoli e secoli, mi sono infilato nel letto prima di mezzanotte (okay, diciannove minuti prima della mezzanotte, ma comunque prima!) ed in effetti stamattina ho notato che ero più sveglio. Strano (ironia mode ON). Comunque, tutto questo papiello iniziale serve per dire che non ho abbastanza tempo per fare niente di interessante, come guardare un film, o finire di mettere a posto l'armadio, o studiare. Ah, no, avrei tempo per studiare, ma è la voglia che scarseggia. Beh, ad ogni modo, il tempo che mi rimane è sufficiente per scrivere qualche cazzatina qui. E ne approfitto per chiedere aiuto.

L'armadio. Ecco, vi spiego: l'armadio di camera mia aveva sei ante bianche. Orribile. Sembrava di stare in una stanza di ospedale, tutto bianco. Ecco perché tempo fa ho deciso di ricoprire un'anta con vignette di fumetti disney. E senza presunzione posso affermare di aver compiuto un lavoro fantastico, anche grazie a mia sorella e ai miei cuginetti che mi hanno aiutato e tenuto compagnia.

Una settimana fa, PURTROPPO, mi è venuta in mente una nuova idea. Ricoprire un'anta di citazioni di film, libri, canzoni, autori, testi, dialoghi... Ho dunque iniziato a cercare queste citazioni. Le ho stampate e ho iniziato ad attaccare. Il problemuccio è che ho finito il materiale quando avevo appena superato metà anta. Ho tutta una metà da completare!

E qui entrate in gioco voi, miei pochi ma buoni lettori.
Sicuramente ci sarà qualche film che ho dimenticato, qualche canzone che ho scordato, qualche autore che non ho considerato, qualche libro che non ho... E che palle, avete capito!
Vi chiedo di darmi tutto quello che vi viene in mente, e possibilmente scrivete anche la fonte. Voglio inserire solo frasi che mi colpiscono o che rappresentano qualcosa per me, altrimenti non ha senso. Ma al contempo devo finirlo, perché così incompiuto è un troiaio.

Help me!

Grazie :)

Saper sognare
martedì, ottobre 06, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Il giovane sedeva solo, con accanto l'ombra della sua sconfitta, vicino a una comitiva di donne e bambini in gita [...] Pensava: i poeti vivono e camminano insieme alla loro poesia. L'uomo a cui è dato avere visioni non ha bisogno di altra compagnia.

[ Dylan Thomas,
Ritratto dell'autore da cucciolo ]

Stregatto
martedì, settembre 29, 2009 | Author: Ale [Tredici]


Se non ci fosse un domani
domenica, settembre 20, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Circa 200 anni fa Benjamin Franklin spiegò al mondo il segreto del suo successo: non fare mai domani quello che puoi fare oggi. È l'uomo che ha scoperto l'elettricità, molti di noi dovrebbero ascoltare quello che ha detto.
Non so perché noi procrastiniamo le cose, ma se dovessi indovinarlo direi che ha molto a che fare con la paura. Paura del fallimento, paura del dolore, paura del rifiuto. Talvolta la paura è solo quella di prendere una decisione perché ...se ti fossi sbagliato? Se stessi facendo uno sbaglio irrimediabile? Di qualunque cosa si abbia paura, di sicuro c'è una verità: nel momento in cui il dolore di non fare una cosa diventa più forte della paura di farla, ci si sente come se si avesse un tumore gigantesco.


L'uccellino mattiniero acchiappa il verme. Chi ha tempo non aspetti tempo. Colui che esita è perduto. Non possiamo far finta che non ci sia stato detto: abbiamo sentito i proverbi, abbiamo sentito i filosofi, abbiamo sentito i nostri nonni che ci ammonivano sullo spreco del tempo, abbiamo sentito i poeti maledetti che ci spingevano a prendere al volo il momento. Però qualche volta dobbiamo cavarcela da soli. Dobbiamo compiere i nostri errori. Dobbiamo imparare sulla nostra pelle. Dobbiamo spazzare le possibilità dell'oggi sotto il tappeto del domani, fino a che non potremo più farlo, fino a che non comprenderemo da soli quello che voleva dire Benjamin Franklin: che cercare risposte è meglio che farsi domande, che stare svegli è meglio che dormire.

E anche il più terribile fallimento,
anche il peggiore,
il più irrimediabile degli errori,
è di gran lunga preferibile al non averci provato.


[ Grey's Anatomy ]

Pesante
giovedì, settembre 17, 2009 | Author: Ale [Tredici]

Perché quest'uomo non vuole cadere,
nonostante sappia
perfettamente
che il cielo che lo aspetta non sia
poi
così male?



Lettera aperta a Mart. Giulia
martedì, settembre 15, 2009 | Author: Ale [Tredici]
Non riesco a trovare una ragione per la quale vorrei fare il chirurgo. Riesco a trovarne migliaia per cui dovrei smettere. Rendono apposta le cose difficili. Abbiamo delle vite nelle nostre mani. Arriva un momento in cui diventa più che un semplice gioco. E puoi fare quel passo in avanti, oppure voltarti e andare via. Potrei mollare, ma c'è un problema: mi piace troppo l'arena.

[ Meredith Grey - Grey's Anatomy ]


Oh, sì. Temo proprio che tu abbia letto bene. E mi sa proprio che quella Mart. Giulia del titolo sia tu. Ecco. Già ti immagino. A questo punto dovresti essere di un colorito avorio tendente al cenceo, causato dall'asia oddio-ora-cosa-scriverà-è-pazzo. Ora invece stai ripassando mentalmente la mappa di casa tua per individuare la posizione del coltello più vicino, quindi il tuo volto ha assunto una tonalità verde violastra. Adesso invece... No, non ancora. Giuli, no, non hai coltelli nello studio, rinuncia! Ecco! Adesso - a regola - starai respirando lentamente e ti starai dicendo che bisogna perlomeno arrivare in fondo al post prima di scegliere la maniera più crudele per uccidermi.

E, in effetti, questo è proprio quello che spero. Non il progettare la mia morte, ovvio. Intendo il proposito di arrivare in fondo alla lettera. Quindi direi che questo è il momento buono per cominciare a scrivere qualcosa di sensato, perché se continuo a tergiversare tu torni alla tua ricerca della lama più affilata.

Dunque. Sai bene quanto io sia ansioso prima delle prove importanti. Era così al Liceo e non sono cambiato poi molto all'Università. Per la Maturità quasi svenivo, dovresti ricordare. Di solito, però, quando sono gli altri a dover sostenere una prova, riesco a mantenere una certa lucidità. Ecco. Stavolta no! Sono stato in "ansia che non hai idea" quando tu eri a Pisa o a Milano o chissà dove per svolgere quel caspita di test di ammissione. Per questo quando mi hai detto che eri entrata ho esultato come se fossi entrato io. Che poi per carità: che tu sia una ragazza intelligente, e brava, e che tu avessi studiato un mucchio quest'estate era sottinteso. Non è mancanza di fiducia, ma quest'anno ero piuttosto negativo riguardo al tuo ingresso. Forse perché mi ricordavo della tua delusione dell'anno scorso, o forse perché mi preparavo psicologicamente all'idea che mi potessero chiudere la porta in faccia. Ops, pardon, che TI potessero chiudere la porta in faccia. E invece no, eccoti qua, a scintillare tra Alessio Luchetta e Roberta Iozzo.

La mia amica ha superato questo test di ammissione, in barba a tutto e a tutti, in barba alla Gelmini che aumenta il numero di domande di cultura generale, come se la prova non fosse già basata per selezionare i superdotati del fattore C; in barba alle delusioni e alla gente insignificante; in barba alle vacanze e al sole e alla montagna; in barba a me, perché ovviamente quando non voglio sono bravissimo a combinare qualche casino, come infavolarmi per esempio; in barba a Ivana Raffa e al suo stupido oroscopo cattivo con i nati sotto il segno della Bilancia.

Forse è un po' presto per parlare di specializzazione, ma invece vorrei cominciare ad analizzare le branche della medicina a cui potresti essere più portata. Vediamo...
Chirurgia. Oh, beh. Un'inclinazione non indifferente, direi. Quando sono disperato, il mio cuore lo aggiusti benissimo. E questi sono gli interventi più difficili da fare; gli altri... bazzecole.
Psichiatria. In questo mondo? Una psichiatra perfetta. Come dice tuo babbo, c'è una tale concentrazione di soggetti clinicamente interessanti non indifferenti!, specie in una facoltà di nostra conoscenza. E poi quando sarò completamente pazzo (quando, insomma, vivrò su una mela) un'amica psichiatra può sempre far comodo.
Pediatria. Ohhh. Perché siamo tutti in fondo un po' bambini.
Medicina legale. Molto molto molto affascinante. Serve sempre un medico legale sulla scena del crimine. A Distretto di Polizia, per esempio, o a CSI. Peccato che non mi potrai essere d'aiuto. Come sai, io non morirò. (Nota dell'Autore: qui me la sono un po' gufata, ma come frase è molto teatrale!)

Ho scritto anche troppo. Ehi, non tirare un sospiro di sollievo solo perché hai capito che sto concludendo! Scusami, ma dovevo scriverti questa cosa. Figuriamoci se un evento così importante non merita una nota nel blog dei ricordi. Anche Morgan se ti conoscesse ti farebbe un sorriso (e allora tu cadresti svenuta perchè Morgan ti ha sorriso!). Tivvubbì.

Ale

P.S. So perfettamente che nonostante tu sia arrivata fino in fondo alla lettera, il desiderio di ammazzarmi non sia scemato minimamente. Però mi sovviene che mi devi una coca cola (le labbra di Dorian Gray, ricordi?). Beh, te la abbuono. E siamo pari così, no?